martedì 14 dicembre 2010

Mors Tua Vita Mea

Uccidere un animale per necessità non è reato, l'ha stabilito giorni fa la Cassazione.
La Suprema Corte ha annullato una condanna per il reato di uccisione di animale emessa dal Tribunale di Salò. Protagonista della vicenda uomo che ha ucciso un pastore tedesco che aveva attaccato il suo cagnolino e temendo che il pastore aggredisse anche la moglie accorsa a salvare il cucciolo.
Nella sentenza n.43722, la Cassazione ha stabilito che “l’uccisione dell’animale altrui costituisce reato solo ove avvenga senza necessità”.

La Lav solleva qualche dubbio, temendo che questa estensione del principio di legittima difesa serva a giustificare l’uccisione di un animale ove non necessario.
"Confidiamo che la sentenza, che si limita ad applicare la causa di giustificazione di cui all’art. 54 c.p. per cui : 'Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo' non sia letta mediante un’interpretazione fuorviante (e di comodo), per cui ogni pericolo o anche un eventuale fastidio, anche ipotetico e di minore intensità, possa dare luogo ad una uccisione scriminata."

La discriminate è al limite; l’art. 54 del C.p. prevede l’impunibilità a condizione che 'il fatto sia proporzionato al pericolo'. Resta un dato di fatto, come rileva la stessa LAV: "al fine di evitare reazioni eccessive e spropositate fino all’uccisione (così ingiustificata) dell’animale, risulta cruciale, in simili casi, la corretta custodia degli animali e la capacità di fronteggiare un’eventuale pericolo con adeguata conoscenza degli animali e senza presunzioni di sorta."

Ritengo più che sensata la sentenza della Suprema Corte, ma allo stesso tempo comprendo gli scetticismi delle associazioni animaliste; il principio alla base di essa tutela la sicurezza e la salute personali, ma come ogni cosa può essere soggetta ad interpretazioni esagerate o fuorvianti.
Conseguenza logica sarebbe l'incoraggiamento della sorveglianza sui nostri amici animali, che spesso per incuria o reazioni emotive risultano pericolosi e violenti.

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