domenica 9 gennaio 2011

Ho Lasciato l'ANPI

La Festa della Liberazione di quest'anno s'intreccia immancabilmente con le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, ma episodi come quanto accaduto l'8 gennaio all'apertura della mostra iconografica allestita a Savarna (RA) si ripetono sempre più spesso, almeno in questa zona. E mi hanno convinto a dare il mio segnale di protesta, lasciando l'ANPI.
Il programma della giornata prevedeva gli interventi di alcuni esperti e referenti dell'istituto storico della Resistenza, la proiezione di un video sui diritti formali e sostanziali conquistati con la Costituzione e una "libera conversazione con i partecipanti".
Da qualche anno, però, la buon vecchia pratica del confronto è stata via via strozzata, e, dopo interventi 'frontali', senza possibilità di replica, e la proiezione di due video sommariamente presentati, tutti a casa.

Credo che per commemorare la Liberazione dal nazifascismo sia utile anche il dibattito, soprattutto in un periodo come questo in cui, come allora, vengono calpestati e corrotti anche i diritti più elementari. Non ho potuto fare a meno di notare come la partecipazione dei più giovani vada scemando di anno in anno, trasformando quella che dovrebbe essere un'operazione di memoria collettiva da tramandare alle nuove generazioni, in un'autocelebrazione caliginosa e svuotata di significato.

Io, come tanti altri, avrei voluto intervenire, per denunciare i rigurgiti antidemocratici della realtà quotidiana, che in modo viscido e silente ci avvicinano al ventennio fascista. Ma non c'è stato modo. Due video su diritti e Costituzione, interessantissimi per carità, ma che senza la possibilità di commenti e confronti si esauriscono ad una proiezione casalinga.
Mi è stato fatto notare come le opinioni discordanti dal 'pensiero unico' imposto dalla maggioranza, vengano allontanate e rifuggite per non spostarne l'asse.
E da qui, nasce la mia protesta; ho deciso di non rinnovare l'iscrizione per l'anno 2011 come segnale di dissenso al modo autoreferenziale e chiuso con cui si è scelto di festeggiare la Liberazione e la Resistenza Partigiana che hanno fatto l'Italia.

Sottolineo che non sono avverso ai valori cardine dell'associazione partigiana, ma mi preme ribadire che non ho bisogno dei loro rituali passivi e polverosi per farli miei.

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1 commento:

  1. Credo che in realtà l’ANPI non esista più, partigiani credo che non ce ne siano quasi più per motivi d’età, e quindi sarebbe necessario capire chi sono gli attuali iscritti. Cito un episodio. Un paio d’anni fa nella sezione ANPI di Ispra (Varese) c’è stata una conferenza del brigatista Curcio, e qualche giorno prima sono andato alla sezione per avere qualche delucidazione, ed ho trovato due o tre ragazzotti con un grande ritratto del Chè sul muro. Ho lasciato perdere, non evitato di chiedere spiegazioni, non credo valesse la pena perdere tempo a discutere con persone che confondono la Resistenza partigiana con le imprese delinquenziali dei Brigatisti Rossi. Ho evitato di raccontare l’episodio ad un zio ultranovantenne, ex partigiano, per evitargli un accesso d’ira.
    Volevo mettere il commento su Agoravox, ma per qualche strano motivo non mi prendeva il commento.

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