giovedì 14 luglio 2011

Ordini Professionali, Chi Tocca i Fili Muore

Nel testo della manovra era inserita anche una parziale liberalizzazione degli ordini professionali, in particolare degli avvocati e dei notai. Ottimo: da tempo l'Europa ed i mercati chiedono un intervento in questa direzione, per combattere il corporativismo che avvelena l'economia ed ostacola la concorrenza.
Altolà! Ottanta parlamentari del PdL hanno annunciato che "fino a quando non verrà tolta la norma che abolisce gli ordini professionali" non voteranno mai il testo "dovesse anche cadere Tremonti".
E così, anche il Ministro dell'Economia, a cui va il merito di aver tentato di mantenere una promessa che la politica fa da 17 anni, è costretto alla ritirata.

Arriva così l’emendamento di Gilberto Picchetto Fratin (PdL), relatore della manovra in commissione Bilancio al Senato, non si toccano 'le categorie riconosciute dall’articolo 33, quinto comma, della Costituzione' (gli ordini professionali, appunto), ma per stimolare la crescita 'il Governo formulerà alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche'. Trascorso il termine di 8 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto 'ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero'. Anche qui, quindi, tutto rinviato al 2012 (cioè probabilmente al nuovo Governo).

Anch'io sono favorevole all'abbattimento di queste corporazioni, residuati da economia fascista, perchè frenano la libera concorrenza, ad esempio imponendo minimi tariffari; gli Ordini costituiscono organi di autogoverno capaci di autodeterminarsi, autocontrollarsi e chiudersi a riccio contro ogni novità minacci il loro status di casta.
Il mio lato liberale sostiene la cancellazioni degli ordini professionali, che in Italia sono ben 18, più 8 Collegi, a partire dal più pericoloso, e per come la vedo io illegittimo (qui), quello dei Giornalisti.

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