venerdì 8 luglio 2011

Zingari Sporchi ed Ignoranti devono rimanere Sporchi ed Ignoranti

Una sentenza che fa discutere. Protagonisti una bimba rom di Parma ed il tribunale di Bologna.
Chiesto l'intervento della Magistratura perchè la piccola vive in condizioni igieniche molto precarie, e non frequenta la scuola dell'obbligo. I giudici della Corte d'Appello, presieduta da Vincenzo De Robertis, ritengono che "la condizione nomade e la stessa cultura di provenienza non induce a ritenere la sussistenza di elementi di pregiudizio per la minore".
Tradotto, è una zingara sporca ed ignorante, è abituata così, può rimanere così.

Dicono che non sono provati sufficienti elementi di pregiudizio nei confronti dei genitori che non siamo riferibili al normale modo di vita per condizione e per origine: dunque non mandare i figli a scuola non è abbastanza grave.
L'istruzione è il primo passo nel cammino dell'integrazione per i piccoli rom dell'Emilia Romagna, dove è sempre stata alta la sensibilità delle istituzioni in tema di frequenza scolastica.

"In questo modo si aumenta la marginalità e la discriminazione" attacca Dimitris Argiropoulos, ricercatore a Scienze dell'Educazione e aderente alla Federazione Romanì che tutela i rom "Il problema non è la cultura dei rom, ma la cultura dell'abbandono in cui sono costretti a vivere. Il problema è la povertà. Se un italiano è povero e non cura i figli si dice che è colpa della sua origine italiana?" chiosa provocatorio.
"Questa sentenza non la capisco" confessa Maria Amigoni, preside di una scuola di frontiera al quartiere Pilastro che ha accolto generazioni di rom "tutte le norme dicono che la scuola è un diritto di tutti. Sono andata tante volte a prendere i bambini al campo e a poco a poco la scuola è entrata a far parte della vita delle loro famiglie. Nei casi più gravi facevamo segnalazioni ai servizi".

"I bambini nomadi devono avere assistenza sociale ed educativa per un inserimento nella nostra contemporaneità" dice l'avvocato Mario Giulio Leone, ex commisario dell'Opera Nomadi, che però ritiene sensata la pronuncia della Corte "a fronte di tanti provvedimenti che recidono le radici culturali dei rom con affidamenti coattivi di minori a istituti o famiglie".

Ritengo assurda ed incivile questa sentenza, che, sì, da un lato tutela la minoranza rom e ne difende l'identità, ma che crea squilibri culturali e disparità inaccettabili per un paese che vuole dirsi democratico, civile e progredito.

Sei d'accordo con me o vuoi farmi sapere cosa ne pensi? Scrivimi o collegati alla mia pagina Facebook per diventare sostenitore di FareProgresso ed essere sempre aggiornato.

1 commento:

  1. tema complesso:
    1) nell'articolo si parla generalmente di rom, senza distinguere se questa bambina di etnia rom è cittadina italiana, come moltissimi dei rom che vivono sul nostro suolo, oppure no: qualora fosse pure italiana la sentenza diventerebbe 10 volte più vergognosa, perchè andrebbe ad intaccare il principio secondo cui l'istruzione è un diritto/dovere sacrosanto di ogni cittadino;
    2) nell'articolo si dà per scontato che ogni rom viva in un campo perchè non si può permettere di vivere in una casa, e non sempre questo è vero. avendo conosciuto personalmente alcuni sinti del campo nomadi di riccione (rn), posso assicurarti che molti di loro vivono nei campi per "spirito di libertà", considerando "claustrofobico" vivere in una casa "normale" come quelle che intendiamo noi. certo, questi vivono in rimorchi di autotreni tenuti talmente bene da sembrare una barca di lusso, e non sono affatto sporchi come la sentenza vorrebbe lasciare intendere riguardo a tutti i nomadi, però è vero che il nomadismo spesso è uno stile di vita e non una costrizione, perchè alcuni di loro (grazie a ladrocini, il più delle volte, va detto) hanno anche una discreta condizione economica;
    3) detto questo, comunque, la sentenza rimane vergognosa: come si fa ad affermare che il diritto a condizioni di vita dignitose e all'istruzione non devono essere garantiti ad una bambina solo perchè vive in un campo nomadi? tutti i nomadi che conosco io mandano regolarmente i bambini a scuola, perchè è una cosa normale, come il diritto di vivere in un ambiente, anche se non sedentario, pulito e salubre.

    RispondiElimina