venerdì 6 aprile 2012

Tagli di Troppo

"A seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 16 del 2 marzo 2012 (art. 8 comma 23) pubblicato sulla G.U. n. 52 del 2 marzo 2012 (decreto Milleproroghe, ndr), l’Agenzia per il terzo settore (ex Agenzia per le Onlus) è stata soppressa e le sue funzioni trasferite al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali" comunica funereo il sito dell'Agenzia.
Una soppressione che vede contrario tutto il mondo associazionistico, del no-profit, del volontariato e delle cooperative.
L'Agenzia del terzo settore coordinava l'azione di 400 mila istituti, e d aveva il compito di controllare il fenomeno delle false onlus. Negli ultimi 5 anni ne sono state identificate e chiuse 150 giudicate irregolari.
Per il 2012 la sua attività sarebbe costata 750mila euro: "Con questi soldi" afferma il presidente Zamagni, professore di Economia, esperto del non profit italiano e internazionale "l’Agenzia sviluppa un lavoro che non ha pari; quando si arriverà allo spending review si scoprirà che ha un indice di produttività tra i più alti".
La stessa cifra verrà versata al Dicastero che da oggi si occuperà degli stessi compiti, per cui non è stimabile alcun risparmio effettivo (senza contare che i consiglieri avevano deliberato di lavorare gratis).
L’agenzia, a differenza del Ministero, aveva la possibilità di ricevere finanziamenti esterni anche da fondazioni e cittadini per la realizzazione di convegni, seminari e pubblicazioni, ma adesso queste entrate extra non arriveranno più.

Nella visione economica internazionale classica, il terzo settore sfugge alla classificazione pubblico/privato, e riconosce il valore del civile.
"Il compito del terzo settore in Italia è quello di generare valore aggiunto e migliorare la vita sociale dei cittadini. Ci vuole un soggetto terzo per dirimere le questioni e indicare la via alla Pubblica Amministrazione verso il bene comune" conclude Zamagni.
Nella foga di tagliare, risparmiare, accorpare, ammodernare in maniera tecnica l'economia, stavolta hanno sforbiciato anche laddove il valore non è più quello del denaro, ma quello della solidarietà e dell'empatia

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