martedì 5 giugno 2012

Il Welfare fa Concorrenza

Ultimamente molte pubblicità non si giocano più sulla qualità dei prodotti o dei servizi, ma sulle politiche che adottano le imprese.
Mi viene in mente il caso Ikea, per cui ho visto crescere il consenso dopo la scelta di investire ed assumere nel nostro paese. "Sì vado all'Ikea, che ha anche scelto di lavorare di più in Italia!" mi diceva una signora che conosco appassionata di arredamenti e mobili.
In molti spot, sento poi tirare in campo i dipendenti dell'azienda, sulle scelte di welfare: "zero cocopro" o "no precari" sono espressioni in voga per radio o tv.
Un cambio di atteggiamento così verso i clienti è un ottimo segnale, perché non solo responsabilizza le aziende nei confronti del pubblico, ma sensibilizza anche quest'ultimo verso il problema umano/politico del precariato.

Ora arriva anche Polaris, che nel nord-est, per il mese di marzo, propone sconti sulla base degli scontrini presentati. Poi che si tratti di una catena che difficilmente potrà prestarsi all'evasione fiscale, ci sta, ma suona comunque come un'operazione virtuosa verso Stato e cittadini.

Il trattamento dei lavoratori NON dovrebbe essere un terreno su cui giocarsi il mercato e farsi concorrenza, ma alle condizioni attuali, con una politica sorda alle richieste del mondo del lavoro, anche il virtuosismo delle aziende verso il suo capitale umano è una buona discriminante.

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