giovedì 9 agosto 2012

Il Paradiso Scompare


La Svizzera continua inesorabile il suo processo di europeizzazione, e sta perdendo il suo inviso ruolo di paradiso fiscale nel cuore del continente.
Gli accordi di Rubik sanciscono la fine del segreto bancario e dei tempi di di asset offshore superiori ai Pil di Giappone e Usa messi insieme. Si stima che il settore bancario si ridurrà di un terzo e il paese è condannato a perdere ricchezza.
La sola strada percorribile per queste banche elvetiche in futuro, una volta che le nuove regole entreranno in vigore, è quella di attirare una nuova clientela di ricchi e benestanti. Tuttavia, anche se il 'mercato offshore' dovesse scomparire, i manager delle principali banche svizzere sono convinti che l'industria finanziaria sopravviverè. Indebolita, ma non battuta: i gestori si sono preparati per tempo alla morte del modello offshore, anche per il bene dei propri clienti, ben prima dell'iniziativa della FINMA.

Una sorta di scudi fiscali, quelli firmati da Austria e Gran Bretagna con il fisco elvetico, che permetteranno il rientro delle ricchezze in via anonima. Dei 130-180 miliardi di euro depositati nei conti offshore, il governo di Berlino rivedrà solamente 1,7 miliardi, mentre al Tesoro di Londra dovrebbero rientrare 5 miliardi di sterline (8,25 miliardi di dollari).

"Il paradiso fiscale è destinato a diventare una specie d'inferno" dicono gli opinionisti. Il peccato originale è degli americani, che hanno abolito il segreto bancario, indebolendo la piazza finanziaria svizzera. Prima che il governo Usa facesse causa a Ubs, il 19 febbraio 2009, le banche svizzere hanno accumulato un terzo del patrimonio offshore mondiale nei 75 anni successivi alla legge del '34.

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