martedì 7 agosto 2012

Arrivano i Veri Liberali

E questi non sono mica come quelli del '94 di Forza Italia, mi sa che questi fanno sul serio.
Non è passata inosservata la decisione dell'economista Oscar Giannino di costituire un proprio movimento politico, promosso dal sito Fermare il Declino in cui lancia un manifesto con 10 punti firmato da oltre 200 personalità. Tra loro, altri economisti, studiosi, professori, imprenditori ed anche politici, anche ex-esponenti del PCI.
Giannino, che sovente ascolto su Radio24 (e con cui a volte mi trovo d'accordo), non vuole però, nonostante gli svariati appelli a farlo, partecipare in prima persona alle tenzoni elettorali.

Siccome mi piace confrontarmi, anche e soprattutto con chi non la pensa come me, ho pensato di commentare per quanto conosco di economia e politica le proposte di Fermare il Declino.
Dismissioni del patrimonio pubblico e abbattimento dei costi della casta sono ormai immancabili tra i propositi di un nuovo movimento politico, e FID ci mette dentro anche i finanziamenti ai privati ed agli organi di informazione. Lotta all'evasione, e con le maggiori entrate semplificare il sistema fiscale e puntare sulla riduzione delle imposte su lavoro e impresa. E sin qui, parole già dette, discorsi già sentiti che ormai sembrano un presa in giro.
Si vorrebbe riformare la Costituzione introducendo il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico. E questo mi piace; ma sull'idea di appaltare i servizi pubblici a gare tra imprese concorrenti ho parecchi dubbi.
Collegata a questo, la volontà di liberalizzare maggiormente il mercato, inclusi i servizi professionali (e sarebbe ora, ne parlo qui) e di privatizzare la RAI (cosa che come già dissi in passato, non mi trova molto d'accordo).
Per i lavoratori, si chiede ancora maggior flessibilità (degli elastici ormai), e la parificazione normativa tra settore pubblico e settore privato. Altri strumenti da valorizzare sono la formazione e la semplificazione dell'accesso al mercato, cose per me molto importanti nel mondo del lavoro.
Si vogliono leggi sul conflitto d'interessi, sull'incandidabilità e sull'innominabilità di soggetti condannati per reati economici e corruttivi. Spicca anche un'ovazione alla delazione dei fenomeni di corruzione, che non mi vede del tutto contrario. Riformare i codici di procedura per far funzionare meglio la giustizia.
Meritocrazia, esaltazione del talento di donne e giovani contro le discriminazioni; incentivi e semplificazioni per coltivare le loro ambizioni imprenditoriali.
Il nono punto, quello riguardante l'incentivazione di istruzione e ricerca, sarebbe bellissimo, se non terminasse con il proposito di abolire il valore legale del titolo di studio.
Per finire, nel manifesto si propone l'ennesimo inutile federalismo con la separazione dei compiti tra i vari livelli di governo. Ecco, bravi, continuate ad ingrassare le casse regionali, provinciali, comunali e di quartiere frazionando sempre di più i lavori da svolgere, mi raccomando!

Insomma, questo manifesto contiene spunti interessanti (tanto che gli pseudo-liberali del PdL l'hanno già copiato, ne parlo qui), ma anche idee che secondo me ucciderebbero il potere dello Stato Sociale, nelle sue tutele e nei diritti da assicurare.

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