mercoledì 31 ottobre 2012

Perfino in Vaticano

Oggi sarà quasi certamente licenziata in via definitiva la legge anticorruzione. Era stata, originariamente, presentata dal governo Berlusconi a firma dell'ex Guardasigilli Alfano, come provvedimento di facciata in risposta all'indignazione suscitata dagli innumerevoli casi di corruzione politica. Lasciata in un cassetto a fare la polvere, viene poi ripescata dal governo Monti, anche per ottemperare alle richieste della Corte europea e attenuare il discredito internazionale che la corruzione attira sull'Italia; la legge è rimasta bloccata in Parlamento per mesi, sotto i veti del PDL che voleva approfittare dell'occasione per inserirci anche la legge bavaglio sulle intercettazioni e la responsabilità civile dei magistrati, nonché per i suoi continui tentativi di far passare emendamenti pro-Berlusconi per far saltare i suoi processi come quello in corso a Milano sul caso Ruby. Ma va beh, forse stavolta ci siamo.

Se non fosse, che per essere una legge anticorruzione degna di questo nome, mancano alcune cose di una certa rilevanza.
Neanche stavolta è stato pienamente reintrodotto il reato di falso in bilancio (depenalizzato nel 2002 da quel fossile incipriato che sabato ha preteso di ripresentarsi come il nuovo).
Non c'è il reato di autoriciclaggio (un reato che esiste perfino in Vaticano).
Per il traffico di influenze o per il voto di scambio non possono essere richieste le intercettazioni, e per questi reati vale solo la corruzione con denaro (se per esempio l'assessore della giunta Formigoni, Zambetti, non avesse pagato in denaro i voti comprati dalla 'ndrangheta, non sarebbe nemmeno perseguibile).
Non c'è un incentivo alla redenzione, perchè anche per il complice di questi reati che confessa, resta prevista la galera, con un incentivo a creare un clima di solidarietà criminale.
Piergiorgio Morosini, Gip a Palermo, ha dichiarato al riguardo: "Quel reato così com'è non va, viene contestato raramente, perché nel rapporto tra il potenziale eletto e i clan, non è il passaggio di denaro che conta ma quello che il candidato promette per il futuro". L'assurdità di questa norma è che c'è l'obbligo di dazione in denaro, ovviamente in nero, ma non c'è il falso in bilancio, che è il sistema basilare per costituire riserve di fondi neri utilizzabili per corrompere.
Manca poi l'incandidabilità per i condannati con pene sotto i 2 anni.

E questa legge anticorruzione dovrebbe ridare dignità al nostro paese agli occhi del mondo e dell'Europa. Fossi in loro, la mia risposta sarebbe "ma cos'è sta roba, mi prendi per il culo?".

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