lunedì 12 novembre 2012

Per Salvare la Chiesa dall'IMU, si Crea un Vuoto Pericoloso

Ahia, anche il Governo tecnico si fa tentare dal "Potere Forte" di Sacra Romana Chiesa. Con un colpo di mano scandaloso, una modifica nel decreto Enti locali, si cambia la definizione degli enti non soggetti al pagamento dell'IMU. L'esonero dal pagamento dell'imposta da parte degli enti ecclesiastici, era già oggetto di multe dall'Europa e segnalazioni del Consiglio di Stato.
Permettere alla Chiesa di non pagare la tassa relativa alle ‘attività ad uso misto’, ovvero quelle che producono utili (cliniche, alberghi, ostelli, mense, ecc) è l'obiettivo. Credevamo che con l'era Monti questa disparità fosse finalmente destinata a scomparire; e invece No.
Si prevedevano di incassare dai 300 ai 500 milioni di euro con l'IMU, che invece ora potrebbero sparire, ed anzi aggiungersi ai quasi 3 miliardi di euro di un'eventuale multa europea per ingiusto aiuto di Stato.

Nella nuova definizione di ente commerciale, non mancano le acrobazie linguistiche: se gli utili venissero investiti per scopi sociali, ecco che arriva il no profit.
Nulla dovranno pagare cliniche ed ospedali se accreditate o convenzionate con gli enti pubblici e se le loro attività si svolgono “in maniera complementare o integrativa rispetto al servizio pubblico”, a titolo gratuito o dietro pagamento di rette “di importo simbolico”. Ecco l'ambiguità fatta legge, ed il vuoto normativo in agguato (come per il "buon costume" o il "buon senso").
Questo vulnus "simbolico" varrà anche per le attività culturali, ricreative e sportive. Quindi anche scuole paritarie e centri culturali. Che però non devono "discriminare gli alunni".

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