lunedì 17 dicembre 2012

Una Violetta non si può chiamare Rosa

Che vada un po' di moda attaccare questo o quel simbolo del Sistema, non è storia nuova, soprattutto per certe frange estremiste (di sinistra come di destra, ndr). Ed è successo anche col discorso del Papa (qui).
Emilio Fabio Torsello ci prova dalle pagine web di "Diritto di Critica" a discolpare il Pontefice. Il discorso incriminato sarebbe stato riassunto nel modo sbagliato, dicendo che “i matrimoni gay sono una ferita alla giustizia e alla pace”. Ma secondo me, sbaglia. Magari non tecnicamente, ma si sbaglia.

Le parole di Benedetto XVI riguardo al matrimonio (preso direttamente dal sito Vatican.va) sono queste:
"Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace."
Facciamo allora un po' di analisi semantica.
La GRAVE FERITA INFLITTA ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE ha come soggetto CIÒ, che si riferisce ai PRINCIPI NEGATI O MAL COMPRESI. I principi sono il CARATTERE PARTICOLARE E IL SUO INSOSTITUIBILE RUOLO SOCIALE.
Che, a me, suona un po' come dire "non si può chiamare ROSA una violetta, perché non ha lo stesso profumo e le stesse spine" (in quest'esempio, il PROFUMO e le SPINE sono i CARATTERI PARTICOLARI della ROSA)... cioè un'ovvietà pura e semplice.

Se poi vogliamo cavillare sulle parole e sulle categorie, anche mettere le scuole paritarie tra gli enti no profit rappresenta un ingiusto oscuramento dei principi che definiscono il mondo del volontariato. Ma questa è un'altra storia..

Nel contesto della frase, comunque, NEGARE quei particolari PRINCIPI, è descritto come TENTARE DI RENDERLA (...) EQUIVALENTE A FORME (...) DIVERSE DI UNIONE... ossia legittimare i MATRIMONI OMOSESSUALI.
E' un po' un processo alle intenzioni, sviscerato così, me ne rendo conto.
E comunque, ovviamente, secondo me si sbaglia.

P.S. : qualche correzione, forse peggiorativa, va fatta anche riguardo al ruolo della politica ugandese Rebecca Kadaga, qui.

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4 commenti:

  1. io sono d'accordo con te!!!

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  2. Io non ce l'ho con questo vecchio sclerotico. Io (eterosessuale, sposata in comune, sbattezzata, senza figli per scelta) ce l'ho a morte con le centinaia di porci ipocriti che continuano a battezzare i figli e a sposarsi in chiesa.
    Ogni battesimo, ogni matrimonio, ogni funerale, ogni messa sono un "si hai ragione" al vaticano spa.
    Tutta gente che OVVIAMENTE scopa fuori dal matrimonio, bestemmia, tradisce il coniuge, si fionderebbe in mezzo a due lesbiche, ecc. ecc.
    Comincio a pensare che da parte mia sia ora di rifiutare inviti a battesimi/matrimoni in chiesa da parte di persone non strettamente cattoliche praticanti e osservanti. Se volete rovinare la vita ai gay, rovinatevela prima da soli come prescrive il vostro libro fantasy pieno di morte e cattiveria.
    Chloe

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  3. Hai capito davvero poco di quel passo.
    E non era neanche difficile, eh.
    Innanzitutto "ciò" non si riferisce a "tale azione", come anche un bimbo delle elementari avrebbe colto.
    "Tale azione è necessaria" e "ciò costituisce un'offesa" ti paiono due affermazioni coerenti? Il "ciò", ovvero l'"offesa", è il fatto che "questi principi vengono negati o mal compresi" (i principi sono "il carattere particolare e il insostituibile ruolo sociale" della struttura naturale del matrimonio).
    In ultima analisi: la famosa ferita è data da chi nega che il matrimonio uomo/donna abbia un carattere particolare e un insostituibile ruolo sociale. Che è ben diverso da dire "il matrimonio gay è una ferita".
    Non è difficile, per chi non ha il cervello in modalità ideologica sempre ON.
    Cordialmente, NS.

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    1. Ti ringrazio per la correzione, Anonimo, come puoi vedere ho provveduto alle modifiche necessarie. Ammetto di aver sbagliato nell'interpretazione del passaggio.

      La cosa che più mi ferisce del tuo appunto, però, è l'accusa di parlare in modalità ideologica. Nella storia del blog, ho dato ragione ad esponenti di radice politica diversa dalla mia e torto ad altri a me invece simili, non ci sto a passare per uno dal pensiero stereotipato.

      Cordialmente, Enea M.

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