giovedì 30 maggio 2013

Non un Passo senza Referendum

Si alza un velo sulla Democrazia Diretta del Movimento 5 Stelle.
La mozione presentata circa le riforme dell'architettura istituzionale, la 1/00057, mira ad "avviare preliminarmente un percorso volto a promuovere, in tempi rapidi, l’indizione di un referendum popolare di indirizzo, nel quale i cittadini siano chiamati ad esprimersi sull'opportunità di modificare ed in quale modo la forma di Governo e di Stato".
Un referendum sul modello di Stato, da tenersi prima delle modifiche alla Carta. Che già per quelle occorrono tempi a dir poco biblici, se ci mettiamo anche una consultazione preliminare, ciao.

Ma non è tutto, perchè, ovviamente, come ho spesso fatto notare anch'io, per prendere decisioni del genere serve gente preparata e formata (mi viene in mente "il Popolo deve emanciparsi", come dicono quelli di Lotta Comunista, ndr), per cui ecco arrivare un'altra premessa: la votazione dovrebbe essere preceduta da sei mesi di “preparazione”, una campagna di informazione tenuta dai parlamentari su mezzi di comunicazione, e "di un programma formativo, di almeno sei mesi, nell'ambito del percorso scolastico ed universitario, di ogni ordine e grado, diretto all'approfondimento degli argomenti oggetto del referendum di indirizzo".
Ma prima ancora, visto che questa forma di referendum non esiste, occorre un'ALTRA riforma costituzionale, che permetta alle urne di aprirsi.

Quindi, riassumendo: riforma costituzionale per celebrare un referendum del genere, almeno 6 mesi di preparazione dei cittadini, consultazione, e riforma costituzionale per dare attuazione al suo esito.
See, ciao.

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