martedì 15 maggio 2012

Servono Nuovi Partigiani

Forse le mie proteste (che cominciano più di un anno fa qui, e si ripetono pochi mesi or sono qui) non erano così isolate, visto il tam tam che si è ingenerato.
Sono così venuto a conoscenza di altre tensioni all'interno dell'ANPI di Savarna (RA); non aspettatevi mi metta a fare nomi o lanciare accuse, perchè non sono certo qui a seminar zizzania o puntare il dito. Mi è stato anche chiesto cosa fare per risollevare il profilo dell'associazione, e tentare di ricreare partecipazione e coinvolgimento.
Non voglio che si perda la memoria della Resistenza Partigiana, del suo Valore e del suo Significato, ed è per questo che voglio aiutare l'ANPI; ci tengo a questa precisazione perchè, da esterno, non voglio pensaste che mi senta in obbligo di farle a seguito delle critiche mosse.
Per cui, alla persona che mi ha detto "io le critiche le accetto, ma che siano critiche costruttive", rispondo che invece io (come chiunque) sono libero di criticare senza alcun altro obbligo, ma siccome ci tengo al futuro dell'ANPI e della memoria storica nazionale, mi fa piacere fare anche le mie banali proposte. Tanto più, che io dell'ANPI non faccio più parte.
Perchè la possibilità di dire NO solo se hai un Sì già pronto, è l'anticamera dell'autoritarismo, del "non si può fare altrimenti" e della dittatura.

Primo punto, che riassume le critiche mie e di altri, la politica fuori dall'ANPI. Ineleggibilità agli organi dirigenziali dell'associazione per i rappresentanti dei partiti, aventi cariche pubbliche od amministrative all'interno di formazioni politiche.
Punto secondo, educare alla Resistenza. "Io ho avuto la fortuna di frequentare le elementari proprio nell'anno del 50° anniversario della Liberazione" ho spiegato al mio interlocutore "e la nostra maestra ci ha fatto sviscerare l'argomento in ogni modo: poesie, disegni, recite scolastiche, testimonianze, visite a musei, gite, quell'anno quasi tutto il programma di italiano/storia ha roteato intorno alla Resistenza Partigiana". So che la scuola, già reduce dalla cura Gelmini, e prossima alla cura Profumo, non se la sta certo passando bene, ma una fase così importante della storia italiana non può essere elusa, e l'ANPI, che nel suo Statuto (Articolo 2, punto i) vanta anche lo scopo di "battersi affinché i princìpi informatori della Guerra di Liberazione divengano elementi essenziali nella formazione delle giovani generazioni", potrebbe fare da testimone nelle classi per raccontare e diffondere l'importanza della storia e dei suoi valori.
Punto terzo, partecipazione. La madre di tutte le banalità, il coinvolgimento, che crea socialità ed affiatamento. Non è certo facile e neanche immediato dar vita ad occasioni di questo genere, ma ricostruzioni, rappresentazioni teatrali, spazi di discussione, paragoni che attualizzino il problema, ponti con lo studio del Diritto che illustrino la nascita ed i collegamenti tra la Resistenza e la Costituzione, sono cose che l'ANPI ha la forza di fare.
Punto quarto, l'antifascismo oggi. L'associazioni non dovrebbe limitarsi solo a commemorare, ricordare e raccontare il passato;deve impegnarsi anche a plasmare le coscienze partigiane delle nuove generazioni, affinchè sappiano opporsi culturalmente ai rigurgiti autoritari che ciclicamente si riaffacciano nella storia.

Ma tutto questo, deve essere associato ad uno studio ancora più importante, quello del Fascismo, non come identità politica, ma come atteggiamento socioculturale oppressivo ed arrogante. Istruire al rispetto delle differenze, all'accettazione ed alla comprensione.

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